venerdì 6 novembre 2015

Unità nella sofferenza e nella gioia


L’unità psicofisica è il centro dell’individuo, della persona.
Molte esperienze della felicità, ma anche della sofferenza, sono esperienze dell’unità psicosomatica. Ad esempio le varie espressioni artistiche come la danza e la musica coinvolgono sia la dimensione del corpo che quella della psiche. La nostra vita quotidiana è piena di momenti in cui cerchiamo, anche inconsapevolmente, qualche forma di unione tra le nostre diverse componenti: durante una cena con gli amici vengono coinvolti tutti i sensi e il nostro essere si apre alla condivisione. Ciò che unisce non è  il bisogno di mangiare, ma lo stare assieme con persone con cui vogliamo condividere la nostra gioia e i nostri problemi.
I momenti di gioia possono essere momenti di unità, ma anche quelli di sofferenza lo possono essere. Un’unità dolorosa può avvenire, ad esempio, in occasione della perdita di una persona cara, per la quale tutto il nostro essere soffre. Se questa perdita è vissuta non nella solitudine, ma circondata da amici che magari non sentivi da anni, può essere un momento di condivisione del dolore.

La vera sofferenza è proprio quella che viene dalla solitudine, dal non avere qualcuno da amare e per cui lottare nella propria vita; questo è il dolore più profondo causato dalla divisione dagli altri.

2 commenti:

  1. Ciao Stefano, concordo pienamente quando dici che la sofferenza più grande è non amare Esagero se dico anche che è l'anticamera dell'inferno già qui sulla terra? Quindi ne va che non ci sono limiti psicofisici per intraprendere questa luminosa strada.

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  2. Ciao Giovanna, non esageri a dire che è l'anticamera dell'inferno. Il problema è che in questa società sempre più individualista siamo un po' tutti spinti a vedere l'altro come un avversario o come un oggetto da utilizzare e non come un compagno con cui condividere le nostre gioie e i nostri dolori.

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