venerdì 29 gennaio 2016

Historia magistra vitae

In questo periodo storico bisognerebbe ricordare la frase di Cicerone :"historia magistra vitae" e soprattutto bisognerebbe applicarla concretamente alle situazioni, che si verificano ai giorni nostri. La storia ci insegna prima di tutto che nulla è eterno, ma come diceva Eraclito “panta rei”: tutto scorre; questo pensiero può portare ad avere meno paura del cambiamento.
 Conoscendo la storia si può comprendere che il mondo non è stato sempre come oggi e non lo sarà per molto, perché le trasformazioni sono rapide. Quindi è inutile costruire barriere fisiche o mentali che prima o poi saranno travolte. Un esempio di superamento di queste barriere potrebbe venire dallo sport; negli sport di squadra ci sono già molto giocatori provenienti da tutte le nazioni, per cui il razzismo non dovrebbe proprio avere più senso, almeno in teoria. In realtà negli stadi continuano i cori razziali di chi non ha la storia come maestra, di chi non ha accettato il suo insegnamento.

giovedì 14 gennaio 2016

La lezione della Befana

Leggendo la genealogia, che sta all’inizio del vangelo di Matteo, si ha l’idea che Gesù sia arrivato nel momento più basso della storia del popolo ebraico, in cui Israele è soltanto una piccola provincia romana . Questo è quello che succede nella vita di tutti: Gesù arriva quando siamo nel momento più basso della nostra vita, per dare senso e compimento a quello che viviamo.
Non c’è mai nella nostra storia un momento completamente buio o uno di luce, ma le cose si mischiano nella vita quotidiana.
Tutto questo mi è stato insegnato anche dai piccoli gesti come quello del carbone nella calza della Befana. Quando ero piccolo, per la Befana, mia mamma mi faceva sempre trovare un pò di carbone zuccherato oltre a qualche regalo. Questo mi ha inculcato l’idea che non ero nè totalmente buono, nè interamente cattivo.
In ogni uomo ci sono il bene e il male e ogni cosa può essere utilizzata per un fine buono o uno cattivo. Io non sono un santo come invece molti credono delle persone disabili, ma nella vita è naturale che ci siano momenti belli e altri brutti, cose fatte bene e altre fatte male.
L’importante è che, attraverso questo gesto del carbone nella calza della Befana, mi sentivo come tutti gli altri bambini, percepivo che non ero diverso a causa della mia disabilità

Questo è un gesto pedagogico che insegna ai bambini che in questa vita bene e male coesistono, che i bambini non sono totalmente buoni, ma che devono crescere e compiere un percorso. Insegna anche che ciò che facciamo di sbagliato ha delle conseguenze.