mercoledì 23 novembre 2016

Il muro

Qualsiasi impero che costruisce muri va in rovina.
I muri sono segni contemporaneamente di compiutezza e di debolezza: quando si costruisce un muro significa che non si vuole andare oltre ad esso. Riflettendo sul muro di Berlino, a 25 anni dalla sua caduta, si possono vedere le sue contraddizioni.
Il comunismo che doveva essere una rivoluzione mondiale, capace di estendersi a tutti i popoli, attraverso la costruzione del muro rivelò implicitamente tutti i suoi limiti; infatti è crollato dopo 20 anni, un tempo molto breve per la storia.
Il comunismo doveva essere la società perfetta, capace di attirare tutti i popoli mentre il muro è stato costruito per impedire la fuga. Quindi la compiutezza che di solito viene interpretata come segno di forza, in realtà può anche essere interpretata come un segno di debolezza o almeno dell’inizio della crisi.

Oggi in Europa e negli Stati Uniti si stanno costruendo muri per proteggersi dagli immigrati, questo rende evidente che non si è imparato niente dalla storia, poiché questa dimostra che qualsiasi muro alla fine viene distrutto.

martedì 15 novembre 2016

La periferia al centro

Papa Francesco invitati tutti ad “imparare ad uscire da noi stessi per andare incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, per primi verso i nostri fratelli e sorelle, soprattutto i più lontani quelli che sono dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione e aiuto”.
Quando il Papa è andato a Lampedusa, l’isola è diventata per qualche settimana il centro d’interesse dell’Europa, perchè la sua presenza ha attirato l’attenzione dei media su quel luogo e su ciò che rappresenta.  Spenti i riflettori sulla vicenda, Lampedusa è tornata ad essere al margine dell’interesse collettivo e qualche mese dopo c’è stata l’ennesima tragedia in mare.

Secondo me bisognerebbe trasformare le periferie in centri, ma per esserlo davvero bisognerebbe che fossero collegate con altri centri, poiché ogni centro è un luogo da cui partono tante strade che portano agli altri, mentre le periferie sono state isolate. Questo discorso vale anche a livello personale, in particolare nel caso della persona disabile. Infatti essa ha difficoltà a collegarsi con gli altri per tanti motivi; potrebbe diventare un centro se aiutata, se messa in condizione di avere rapporti non soltanto di cura o di assistenza, ma anche d’amicizia, anche se poi questi due tipi di relazione non si escludono. Perchè accada questo la prima cosa necessaria è una famiglia che aiuti la persona disabile a non chiudersi, ma a buttarsi nel mondo e che non stia sempre in ansia per lei, che non la accompagni sempre ovunque, ma che la lasci ai suoi operatori e ai suoi amici.

mercoledì 2 novembre 2016

Credere: religione o superstizione?

Il terremoto oltre ai danni materiali e psicologici provoca anche danni spirituali. Ho sentito dire da un cittadino di Cascia che la sua città non è stata molto danneggiata perché Santa Rita l’aveva protetta. Mi sono chiesto gli altri santi degli altri paesi distrutti dal terremoto cosa facessero. La fede nella intercessione dei santi fa parte della religione cattolica, ma è molto fraintesa. Credere che un santo sia più potente degli altri è una forma di paganesimo; un po’ come credere che il terremoto sia una punizione divina per qualche peccato commesso dal popolo o dai suoi rappresentanti. In questo caso è molto meglio affidarsi alle spiegazioni scientifiche senza tirare in ballo la fede.