lunedì 9 maggio 2016

Disarmonia

Davanti a un disabile ciò che colpisce è l’apparente disarmonia tra il corpo e la psiche. Spesso di un disabile fisico si pensa che non comprenda magari perchè ha difficoltà a parlare e non è pronto nel rispondere. A me capita anche adesso,soprattutto quando c’è rumore intorno e non riesco a farmi sentire. Oppure un disabile psichico, alto due metri, fa paura perchè non ha il controllo delle proprie azioni e non si sa come potrebbe reagire. Questo mostra che si tende sempre a cercare una corrispondenza tra corpo e psiche e quando questa apparentemente manca, si entra in crisi.
Per chi non ha mai visto un disabile esistono dei pregiudizi quasi connaturali, che entrano in crisi a contatto con la realtà, nell'instaurare una relazione. Questa è una reazione naturale, l’importante è andare oltre e non farsi bloccare dal proprio pregiudizio ed essere aperti all'incontro con l’altro; questo vale nell'ambito della disabilità come in qualsiasi altro ambito nel rapporto con la diversità


lunedì 2 maggio 2016

La normalità del bene

Prendersi cura fa parte della natura umana; ogni persona possiede l’istinto di protezione verso qualcun’altro,anche i più grandi criminali hanno la tendenza a preoccuparsi per i loro figli o i loro cari.
I miei genitori nella loro normalità mi hanno accolto e protetto fin dai primi anni di vita,poi è subentrato il prendersi cura quando sono cresciuto e loro mi hanno dato la possibilità di fare una vita il più possibile autonoma. A quel punto l’accoglienza, con tutta la sua importanza fondamentale, è diventata un tesoro che portavo dentro di me, perché fossi io stesso a trovare modi per essere accogliente e prendermi cura degli altri.
È necessario, infatti, rovesciare la prospettiva e comprendere che le persone con disabilità non sono sempre e soltanto oggetti di accoglienza e di cura, ma possono essere soggetti attivi o attivanti.
Trovo necessario sottolineare in uno sviluppo successivo che, se le cose sono vanno veramente bene, non esiste più un rapporto di disparità in cui uno accoglie un altro, ma si diventa un noi e si è in grado di prendersi cura l’uno dell’altro.

In una comunità in cui le persone sono tutte integrate è inopportuno continuare a parlare di accoglienza, se non nei confronti di ulteriori altri, nuovi e diversi.