Comprendere
per combattere
“Il male non esiste per essere compreso, ma
per essere combattuto”. Se questa frase di L. Boff viene estremizzata e isolata dal
contesto, come avviene nel libro di Greshake Il prezzo dell’amore(p.18),
finisce per rappresentare la mentalità secondo cui il male deve essere soltanto
combattuto e non può essere compreso o diventare oggetto di riflessione e di
preghiera. Secondo me, se prima non ci sono una riflessione sul dolore o un
percorso di preghiera, non si può neanche arrivare a combattere il male. Un esempio
di questa necessità di comprendere il male per poterlo curare o combattere può
essere il mio andare a terapia, certamente ci vado per star meglio, ma soprattutto perché come
cristiano cattolico credo nel’incarnazione: se Dio si è incarnato vuol dire che il corpo è importante e io devo
prendermi cura di esso. Quindi la sofferenza deve essere prima compresa e
collocata al suo posto, poi si può lottare cercando di alleviarla. Avere cura del proprio corpo e cercare di migliorare per quanto è possibile la propria condizione fisica è senz’altro un diritto e un impegno che qualsiasi persona con deficit dovrebbe avere. Il corpo è il luogo di ogni possibile relazione con gli altri, in quanto è ciò che ci rende immediatamente visibili, ciò che mette in contatto con il mondo esterno, e in questo sta l’importanza di una corporeità vissuta con responsabilità e con amore.