giovedì 26 novembre 2015

Diverse diversità

Oggi viviamo in un mondo in cui diverse culture e diverse religioni si incontrano e convivono nel medesimo luogo; questo può portare o alla diffidenza e alla paura o alla scoperta e al dialogo .L’importante è che non si abbia paura della diversità in sè e che non si cerchi di omologarle, annullando le caratteristiche peculiarie di ognuno.
Ci sono anche vari tipi di diversità corporee ma non tutte sono vissute in maniera negativa; ad esempio la differenza tra uomo e donna non solo è apprezzata, ma è fondamentale.

Invece la diversità come mancanza di qualche cosa che si ritiene essenziale è quella che ci fa paura, che provoca commozione e compassione. L’handicap è una diversità che viene percepita come mancanza di qualcosa di importante per la vita di una persona, ma bisogna chiedersi se per quella persona quella mancanza è proprio così negativa.

giovedì 19 novembre 2015

Nel mondo ma non del mondo

Luca 19,11-23

12 Disse dunque: «Un uomo di nobile stirpe partì per un paese lontano per ricevere un titolo regale e poi ritornare. 13 Chiamati dieci servi, consegnò loro dieci mine, dicendo: Impiegatele fino al mio ritorno. 14 Ma i suoi cittadini lo odiavano e gli mandarono dietro un'ambasceria a dire: Non vogliamo che costui venga a regnare su di noi. 15 Quando fu di ritorno, dopo aver ottenuto il titolo di re, fece chiamare i servi ai quali aveva consegnato il denaro, per vedere quanto ciascuno avesse guadagnato. 16 Si presentò il primo e disse: Signore, la tua mina ha fruttato altre dieci mine. 17 Gli disse: Bene, bravo servitore; poiché ti sei mostrato fedele nel poco, ricevi il potere sopra dieci città. 18 Poi si presentò il secondo e disse: La tua mina, signore, ha fruttato altre cinque mine.19 Anche a questo disse: Anche tu sarai a capo di cinque città. 20 Venne poi anche l'altro e disse: Signore, ecco la tua mina, che ho tenuta riposta in un fazzoletto; 21 avevo paura di te che sei un uomo severo e prendi quello che non hai messo in deposito, mieti quello che non hai seminato. 22 Gli rispose: Dalle tue stesse parole ti giudico, servo malvagio! Sapevi che sono un uomo severo, che prendo quello che non ho messo in deposito e mieto quello che non ho seminato: 23 perché allora non hai consegnato il mio denaro a una banca? Al mio ritorno l'avrei riscosso con gli interessi.

In questa parabola i servitori sono chiamati a convivere con persone che odiano il loro padrone ed a investire i loro talenti proprio in questo contesto. Credo che sia un po’ la condizione attuale dei cristiani; anche adesso Gesù sembra lontano da questo mondo e ormai c’è un clima di indifferenza o di ostilità verso i suoi servitori.
Dobbiamo perciò passare dalla logica del ragionamento a quella dell’affidamento, che non va contro la ragione , ma la supera.

In fondo è sempre stato così : i cristiani sono sempre stati nel mondo, ma non del mondo.

venerdì 6 novembre 2015

Unità nella sofferenza e nella gioia


L’unità psicofisica è il centro dell’individuo, della persona.
Molte esperienze della felicità, ma anche della sofferenza, sono esperienze dell’unità psicosomatica. Ad esempio le varie espressioni artistiche come la danza e la musica coinvolgono sia la dimensione del corpo che quella della psiche. La nostra vita quotidiana è piena di momenti in cui cerchiamo, anche inconsapevolmente, qualche forma di unione tra le nostre diverse componenti: durante una cena con gli amici vengono coinvolti tutti i sensi e il nostro essere si apre alla condivisione. Ciò che unisce non è  il bisogno di mangiare, ma lo stare assieme con persone con cui vogliamo condividere la nostra gioia e i nostri problemi.
I momenti di gioia possono essere momenti di unità, ma anche quelli di sofferenza lo possono essere. Un’unità dolorosa può avvenire, ad esempio, in occasione della perdita di una persona cara, per la quale tutto il nostro essere soffre. Se questa perdita è vissuta non nella solitudine, ma circondata da amici che magari non sentivi da anni, può essere un momento di condivisione del dolore.

La vera sofferenza è proprio quella che viene dalla solitudine, dal non avere qualcuno da amare e per cui lottare nella propria vita; questo è il dolore più profondo causato dalla divisione dagli altri.