“Io sono atea, nel senso che io non credo in Dio, non
credo nell’aldilà. Credo che l’anima sia il nostro cervello. Scientificamente
non si può dimostrare né che Dio c‘è né che non ci sia. A me l’idea di Dio non
convince, non ci credo. Preferisco credere che ci sia la materia e che la
materia abbia le proprietà che osserviamo.”(Euronews intervista)
“L’idea di Dio nasce per spiegare ciò che la scienza non
sa spiegare. La scienza dice cosa sono le stelle, come
funzionano. Sappiamo ricostruire l’album di famiglia dell’universo ma non
sappiamo dire perché sia fatto così. Ed ecco che si è inventato Dio. Dio è
comodo, troppo comodo. Ma è un’ idea infantile, come Babbo Natale”.(Margherita
Hack, Porto Cervo)
Il punto centrale del ragionamento di Margherita Hack è il rapporto tra la fede e la scienza
e tra la fede e la ragione.
Nell’enciclica Fides et Ratio Giovanni Paolo II
affrontava questi temi, sostenendo che la fede e la ragione sono le ali che
permettono all’uomo di volare verso Dio. Infatti l'uomo non è unicamente riducibile a una dimensione scientifica, ma come di mostra, anche, la dimensione filosofica è molto più complesso.
La fede e la ragione sono come le due ali con le quali lo
spirito umano s'innalza verso la contemplazione della verità. E' Dio ad aver
posto nel cuore dell'uomo il desiderio di conoscere la verità e, in definitiva,
di conoscere Lui perché l'uomo, conoscendolo e amandolo, possa giungere anche alla
piena verità su se stesso.
Avere una sola ala, che sia la fede o la ragione, non
permette di alzarsi da terra.
Gli scienziati, per i loro studi, dovrebbero essere
aperti all’ipotesi-Dio, che non vuol dire credere, ma almeno non pronunciarsi
sull’esistenza o la non esistenza di Dio perchè non è dimostrabile
scientificamente nessuna delle due vie. La domanda di senso legata al problema
dell’esistenza di Dio non appartiene infatti al piano scientifico, ma a quello
filosofico ed esistenziale.