martedì 7 luglio 2015

E pensare che siam piccoli, piccoli...così.

Non temere piccolo gregge perché al Padre vostro è piaciuto di dare voi il regno (Lc 12,36). "Non temere" è sempre la prima cosa che Dio dice all'uomo, per esempio quando l'angelo saluta Maria. Quindi Gesù, Figlio di Dio in un certo senso si presenta a noi con questo invito a "non avere paura" della nostra piccolezza, ma anzi a vederla come una opportunità, perché a Dio è piaciuto di rivelare la sua grandezza proprio al piccolo gregge.
Questa è la scelta di Dio, che è presente in tutta la storia della salvezza così come è narrata nella bibbia.
Cominciando da Abramo e Sara che erano piccoli in quanto non avevano figli ed erano troppo vecchi per averne, Dio sceglie proprio loro per dare origine al suo popolo. Così Dio sceglie Giacobbe che è il fratello più piccolo; sceglie Davide a preferenza dei suoi fratelli più grandi, ecc...
In alcuni passi questa scelta viene espressa in modo assolutamente chiaro.
e nella prima lettera ai Corinti dove San Paolo afferma:
"Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono... (1Cor 1,27-28)"
Abbiamo visto che Dio sceglie i piccoli, e questo in genere si sa è un dato di fatto abbastanza acquisito, ma di solito si pensa che Dio è grande. Nel credo diciamo "Credo in Dio Padre onnipotente creatore del cielo e della terra" e questo è vero, ma a volte la nostra idea di Dio si ferma lì, invece il Dio cristiano non si ferma nella sua grandezza, ma nell'incarnazione del Figlio diventa piccolo come un uomo e anche dopo la sua risurrezione resta uomo con le ferite della croce.
Quindi in un certo senso anche Dio è piccolo come noi. Lui lo è per scelta non per natura, noi lo siamo per natura e possiamo assumere questa piccolezza per scelta, come diceva il vangelo di oggi:
"In verità vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque diventerà piccolo come questo bambino, sarà il più grande nel regno dei cieli.(Mt 18,3-4)"
Per questo pensare alla nostra piccolezza non deve essere motivo di depressione o di scoraggiamento, ma può diventare motivo di gioia perché siamo piccoli così come Dio si è fatto piccolo.
Guardando le stelle si pensa
 al salmo 8 :
"Se guardo il cielo, opera delle tue dita, la luna e le stelle che tu hai creato, che cos'è l'uomo perché te ne ricordi, il figlio dell'uomo, perché te ne curi?".
In fondo basta alzare gli occhi per rendersi conto della nostra nullità.
Gesù, proprio per essersi fatto piccolo e debole fino alla morte è stato esaltato e risuscitato e anche noi possiamo avere un destino simile al suo se accettiamo la nostra naturale piccolezza e fragilità

BUONA ESTATE A TUTTI!

mercoledì 1 luglio 2015

Forza Ettore!

Ho sempre ammirato molto la figura di Ettore e mi ha sempre fatto riflettere soprattutto il suo duello con Achille. Nello scontro finale l'eroe troiano avrebbe meritato di vincere, ma Achille oltre al fatto di essere invulnerabile, ha dalla sua parte la dea Atena che lo aiuta in maniera decisiva e ha anche le armi di Efesto che lo proteggono dai colpi del nemico.
Ettore rappresenta dunque l'eroe che lotta invano contro il destino e si trova in condizioni avverse di handicap, nel senso letterale del termine, cioè lo svantaggio iniziale.
Per fortuna in alcuni casi gli Ettore di oggi vincono contro Achille e tutti i suoi aiuti, ad esempio nel mio caso posso dire di aver vinto qualche battaglia come il raggiungimento della laurea e ora l'insegnamento, nonostante alcuni ostacoli che la società pone alle persone con deficit.
Quindi....forza Ettore!