mercoledì 29 aprile 2015

Le due bandiere
Nel’uomo ci sono due forze presenti contemporaneamente, sta alla libertà umana scegliere quale seguire per dirigere la propria vita.
Come nella “meditazione delle due bandiere” proposta da Sant’Ignazio di Loyola, nei suoi Esercizi spirituali(136-137): l’esercitante deve scegliere tra il campo di battaglia di Cristo e quello di Satana che Ignazio chiama “il nemico della natura umana”. La scelta avverrà considerando i discorsi fatti dai due avversari: il nemico fa un discorso che appare speranzoso e allettante, ma in realtà ha lo scopo di trascinare l’uomo nel’angoscia e di dividerlo da Dio. Cristo al contrario invita l’uomo a seguirlo nella sua scelta di vita, nella via della povertà e dell’umiltà, con un discorso che può apparire privo di speranza e angosciante, ma che in realtà apre l’uomo alla libertà e alla comunione con gli altri.
Il discorso del diavolo è seducente perché ti promette un’esistenza facile, ma in lotta continua con gli altri, destinata al’isolamento e alla morte spirituale. Cristo invece non ti promette un’esistenza facile, ma attraverso le difficoltà quotidiane si può arrivare alla vita vera che vince la morte. Appare chiaro come molte persone si possano lasciare trarre in inganno dalla felicità illusoria proposta da satana. Questo può accadere in un primo momento, ma anche quando ci si rende conto della verità, l’orgoglio impedisce di ammettere gli errori e di ritornare a Cristo.
 Nel salmo 18 (19) versetto 14, dove si chieda a Dio:
Anche dall'orgoglio salva il tuo servo
perché su di me non abbia potere;
allora sarò irreprensibile,
sarò puro dal grande peccato.

Come la vita si trova scegliendo di aderire alla bandiera di Cristo, allo stesso modo è bene per l’uomo seguire la speranza invece che l’angoscia e la paura questa è una scelta che l’uomo deve rinnovare ogni giorno.

mercoledì 15 aprile 2015

Grati e santi



Essere santi vuol dire essere grati.
La gratitudine è il punto di partenza per il cammino della santità, la condizione indispensabile. Questo è evidente nel principio e fondamento degli esercizi spirituali di S. Ignazio:
«[23] L'uomo è creato per lodare, riverire e servire Dio nostro Signore, e così raggiungere la salvezza; le altre realtà di questo mondo sono create per l'uomo e per aiutarlo a conseguire il fine per cui è creato. Da questo segue che l'uomo deve servirsene tanto quanto lo aiutano per il suo fine, e deve allontanarsene tanto quanto gli sono di ostacolo.»
Nel principio e fondamento si ringrazia a partire dal creato che Dio ci ha donato e di cui dovremmo essere custodi. L’essere creati è il principio della santità, perchè è la prima cosa per cui ringraziare.
Non essere grati vuol dire non essere aperti all’altro come dono che si accoglie, al massimo lo si vede come una persona da aiutare e non come un dono per cui essere grati e quindi da amare.

mercoledì 1 aprile 2015

Fragilità e resurrezione

Si deve tenere conto della fragilità dell’esperienza umana, infatti essa ha un limite ontologico: la morte e tutte le malattie che non possono essere guarite. Ad esempio le malattie croniche  possono essere curate, ma non estirpate. La malattia cronica può essere considerata simile alla morte, perché con essa si entra in un’altra vita completamente diversa e non si può tornare indietro. Anche in questa esperienza può esservi dunque la possibilità di risorgere.
La malattia si può vivere bene o male, come una condanna, una disgrazia, oppure si può accettarla fino ad arrivare alla scoperta che proprio in quella condizione  si può trovare un punto di vista privilegiato. Tutti questi modi di vedere la malattia  non si escludono a vicenda, ma possono convivere o succedersi l’uno all’altro e proprio in questa alternanza di sentimenti può manifestarsi una resurrezione, un passaggio dalle tenebre alla luce, dalla tristezza alla gioia, dalla morte alla vita. Per chi vive la malattia, la resurrezione non è quindi uno stato raggiunto, ma è piuttosto un lavoro continuo su sé stessi, che non avviene automaticamente. E’ un dono che deve essere coltivato con pazienza nel tempo.


Buona Pasqua a tutti!