mercoledì 25 febbraio 2015

Contempl-azione
Come dicevo nel precedente post, quando la persona si chiude in se stessa il cuore si ammala.  La guarigione del cuore non richiede di concentrarsi o agire su un unico organo o su una singola parte dell’essere umano. Per curare, sia a livello fisico, sia a livello spirituale si  può agire su altri aspetti o altri organi, come, ad esempio; per rilassare i muscoli di una mano bisogna partire dalle spalle, così anche a livello spirituale, l’ uomo è un organismo unitario per cui per curare una parte si può partire da un’ altra.  Non si deve contrapporre la preghiera o contemplazione alle opere di misericordia. Nel’ episodio raccontato dal vangelo di Luca, in cui Gesù viene invitato da Marta e Maria nella loro casa, Marta si mette subito a lavorare per preparare, mentre la sorella sta ad ascoltare le sue parole. Questo atteggiamento delle due sorelle è stato interpretato da molti padri della chiesa come la distinzione tra “vita attiva” e “vita contemplativa” e il fatto che Gesù rimproveri Marta è stato visto come la superiorità della contemplazione sul’ azione. Gesù non la rimprovera perché serve, ma perché si angustia per servire. Gesù prende ad esempio Maria non perché non serva, ma perché prima ascolta la parola. Sono due facce della stessa medaglia.  Il punto è che Marta  si sente ancora una serva, mentre Maria si sente amica di Gesù.

Bisogna ripristinare l’integrità tra l’azione e la contemplazione altrimenti si rischia di fermarsi: se si agisce senza contemplare alla fine non si hanno più le motivazioni per continuare ad agire, allo stesso modo se si contempla senza una prospettiva di azione, si finisce per impazzire o per chiudersi in se stessi.

sabato 14 febbraio 2015


Cuore
Oggi giorno di San Valentino, comunemente conosciuto come la giornata in cui si celebra “la festa degli innamorati” il cuore è al centro di tutti i discorsi. E anche io oggi voglio parlare di cuore, si, ma a modo mio. La persona umana ha molte dimensioni ma un unico centro che nella Bibbia viene chiamato “cuore”.
Si potrebbe parlare di abilità o disabilità del “cuore”, inteso come l’insieme del vedere, giudicare e agire propri della persona. Dal cuore dell’uomo vengono tutti i mali, e anche tutti i beni.
Nella Bibbia per “cuore” non si intende tanto un organo o una parte della persona, quanto la persona nel suo intendere e reagire con tutto il suo essere, in senso olistico. I puri di cuore sono le persone integre, capaci di agire come unità.
È a partire da questo centro unitario che i vangeli parlano per analogia di ciechi, sordi … Chi ha orecchie e non sente, chi ha occhi e non vede ecc.
Salmo 114
4 Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell'uomo.
5 Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
6 hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
7 Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.

La condizione descritta dal salmista richiama quasi tutte le disabilità fisiche infatti parla di tutte le parti del corpo. Colpisce l’analogia tra gli idoli e le diverse disabilità: “sia come loro chi li fabbrica e chiunque in essi confida” fa comprendere come il vero disabile è chi non ricerca Dio.

Proprio questa è la disabilità del cuore, questo non vedere e non sentire, non ammettere che si ha bisogno degli altri, della relazione con gli altri, dell’amore degli altri.