Papa
Francesco invitati tutti ad “imparare ad uscire da noi stessi per andare
incontro agli altri, per andare verso le periferie dell’esistenza, per primi
verso i nostri fratelli e sorelle, soprattutto i più lontani quelli che sono
dimenticati, quelli che hanno più bisogno di comprensione e aiuto”.
Quando
il Papa è andato a Lampedusa, l’isola è diventata per qualche settimana il
centro d’interesse dell’Europa, perchè la sua presenza ha attirato l’attenzione
dei media su quel luogo e su ciò che rappresenta. Spenti i riflettori sulla vicenda, Lampedusa è
tornata ad essere al margine dell’interesse collettivo e qualche mese dopo c’è
stata l’ennesima tragedia in mare.
Secondo me bisognerebbe trasformare le periferie in
centri, ma per esserlo davvero bisognerebbe che fossero collegate con altri
centri, poiché ogni
centro è un luogo da cui partono tante strade che portano agli altri, mentre le
periferie sono state isolate. Questo discorso vale anche a livello personale,
in particolare nel caso della persona disabile. Infatti essa ha difficoltà a
collegarsi con gli altri per tanti motivi; potrebbe diventare un centro se
aiutata, se messa in condizione di avere rapporti non soltanto di cura o di
assistenza, ma anche d’amicizia, anche se poi questi due tipi di relazione non
si escludono. Perchè accada questo la prima cosa necessaria è una famiglia che
aiuti la persona disabile a non chiudersi, ma a buttarsi nel mondo e che non
stia sempre in ansia per lei, che non la accompagni sempre ovunque, ma che la
lasci ai suoi operatori e ai suoi amici.
Sì, la famiglia deve essere la pista di lancio e non la cassaforte che tiene chiuso un tesoro. Tante volte siamo imprigionati dalle paure di chi ci sta accanto.
RispondiEliminaRiferito alla prima parte del tuo testo mi sembra che questo stesso blog sia un modo di portare centri "periferici" in connessione con altri centri. Mi sembra che la connessione delle periferie possa essere aiutata dalle tecnologie Internet. Che ne pensi?
RispondiEliminaCiao lucia, hai ragione. anche io penso che la tocnologia possa iutare le diverse periferie ad incontrarsi. Ma c'è il rischio che questo incontro sia solo virtuale e che le persone disabili restino chiuse in casa davanti al loro computer.
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