mercoledì 5 novembre 2014

La vera unità

«Il Dio della pace vi santifichi fino alla perfezione, e tutto quello che è vostro, spirito, anima e corpo, si conservi irreprensibile per la venuta del Signore nostro Gesù Cristo.» (1 Ts 5,23)

Leggendo le parole di Paolo possiamo chiederci che cosa unisca corpo, anima e spirito. Ciò che lega le diverse parti che compongono l’essere umano non è nel singolo individuo, ma è fuori di lui. Ciò che unisce è ciò che si vive, quello di cui ci prendiamo cura, ciò che amiamo. Tutti prima di essere soggetti attivi capaci di prendersi cura degli altri e di amare, dobbiamo fare esperienza di essere amati, deve esserci qualcuno che si prende cura di noi.
Ciò che unisce è dunque l’amore, ma inteso nel senso più ampio, quello che comprende tutti i vari aspetti.
Che cos’è l’amore?
C’è una differenza tra eros e agape: eros è una ricerca di perfezione umana, è l’uomo che è spinto da un desiderio, da una mancanza. Cerca qualcosa di perfetto, qualcosa che non abbia quei difetti che l’uomo ha ontologicamente. Quindi l’eros è un movimento dal basso verso l’alto.
Nella filosofia greca il punto culminante di questa concezione dell’eros è nella teoria aristotelica del motore immobile, che proprio perché perfetto attira tutto a sé, ma non può uscire da se stesso, è il pensiero che pensa a sè stesso. Nella tradizione ebraico- cristiana Dio è invece un Dio che decide di stare con l’uomo, di occuparsi di lui, di crearlo e di amarlo anche se è imperfetto o meglio proprio perché imperfetto: questa è la dimensione dell’amore come agape.
Eros e agape sono come due facce della stessa medaglia, è importante che ci siano tutte e due nella nostra esistenza: eros come spinta verso l’alto e verso la perfezione, agape come amore di ciò che è imperfetto e che si cerca di perfezionare.
Si può dire dunque che ciò che lega spirito, anima e corpo è proprio l’unione di eros e agape.
Per indicare questa unione si può usare la parola philia, amicizia, perché l’amicizia comprende sia l’aspetto dell’amore come spinta verso l’alto, sia la dimensione dell’amore come aiuto verso il prossimo, ovvero sia l’eros che l’agape.

«[…]E nella povertà e nelle altre sfortune (δυστυχίαις) gli uomini pensano che l’unico rifugio siano gli amici. Essa (l’amicizia) poi aiuta i giovani a non commettere errori, i vecchi a trovare assistenza e ciò che alla loro capacità d’azione viene a mancare a causa della debolezza, ed infine, coloro che sono nel fiore dell’età [15] a compiere le azioni moralmente belle: "Due che marciano insieme...", infatti, hanno una capacità maggiore sia di pensare sia di agire[...]» (Aristotele, Etica Nicomachea, Libro VIII cit.1 da http://www.ousia.it/)

In questa citazione è presente il concetto di amicizia sia come eros che come agape.
Secondo Aristotele l’amicizia è un marciare insieme. Questa immagine è molto significativa e comprende sia l’aiuto reciproco, sia lo star bene con l’altro. L’aiuto è proprio dell’agape, mentre lo stare insieme è proprio dell’eros.
Anche quando si parla dell’amicizia che aiuta i giovani e i vecchi nelle loro specifiche debolezze e difficoltà, è implicito il concetto dell’agape. Quando invece si parla di chi è nel pieno delle forze si dice che l’amicizia aiuta a compiere azioni moralmente belle; essa in questo caso è la spinta al bello propria dell’eros.
Prendersi cura dell’altro è contemporaneamente sia un segno di amicizia che di amore, nessuno può distinguerle nettamente. 

2 commenti:

  1. Bellissimo come sempre!!però lo commentiamo lunedì sera perchè le cose che sento dentro io le scrivo sui muri dei cessi dei pub ma non su internet perchè posso vedere chi le legge e probabilmente ha bevuto insieme a me... ;)

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    1. Alla base della relazione c"e la reciprocità. Niente impedisce di avere cura gli uni degli altri

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