lunedì 11 aprile 2016

Angoscia e paura

In “Essere e tempo” Heidegger evidenzia come i concetti di “paura” e “angoscia” vengano spesso confusi. La prima ha un oggetto che la scatena e la suscita (“il davanti a che”) e questo è sempre qualcosa di determinato, come ad esempio il dolore fisico o ciò che lo provoca.
L’angoscia, invece, è generata da qualcosa di indeterminato, dal semplice sentirsi come gettati nel mondo senza un perché, non potendo controllare il proprio destino.
Il “davanti a che” dell’angoscia è quindi il fatto di non essere padrone della propria vita, esattamente quello che mostra la persona con deficit ricordando all’uomo il proprio limite, la propria finitudine.
L’angoscia scatenata dalla presenza di una persona con disabilità dimostra l’inutilità del prendersi cura, cioè di ogni tentativo umano di controllo assoluto del mondo esterno. Secondo la mentalità comune le persone con disabilità non possono avere il controllo del proprio mondo, ma sono esse stesse oggetti di controllo e di cura da parte degli altri. Questo è un pregiudizio di chi non vive nella condizione di disabilità e non l’ha conosciuta direttamente, ma soltanto per sentito dire.


1 commento:

  1. Per avere il controllo del tuo mondo, devi essere libero interiormente. Spesso le persone pensano che la disabilità, precluda la capacità e la libertà di essere se stessi fino in fondo; quindi scatta quella forma di protezione che ti impedisce di esprimerti totalmente.

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