Per leggere questo pensiero incompleto, vi invito a guardare il video su youtube "Il circo della farfalla":
https://www.youtube.com/watch?v=y7inI8r1MFg.
Quella proposta dal video è una visione della disabilità indubbiamente
positiva, perché rifiuta ogni atteggiamento pietistico e mostra
invece che le persone disabili devono essere spronate a fare un cammino per
tirar fuori le proprie potenzialità anche quelle che non credono di avere, ma
che invece hanno.
Un altro aspetto importante, messo in evidenza dal video, è la presenza in
ognuno di un limite che però può essere trasformato: ognuno dal bozzolo può
diventare farfalla; come avviene per Poppy l’acrobata che nonostante l’età si
esibisce ancora o per la prostituta rimasta incinta che diventa ballerina nel
circo. Tutto dipende dall’incontro con qualcuno capace di vedere la bellezza e
le potenzialità nascoste, in questo caso Méndez il direttore del circo della
farfalla. Questo video è anche una metafora che parla di Dio: la scena in cui
Méndez si inginocchia davanti a Will e gli dice “Tu sei magnifico”, può essere
un modo di parlare dell’amore di Dio per la sua creatura:
"tu sei prezioso ai miei occhi,
perchè sei degno di stima e io ti amo" (Is 43, 4).
L'uomo però a volte reagisce a questa vicinanza, a questo sguardo che rivela ciò che la persona è veramente nel profondo, con il rifiuto proprio come Will sputa in faccia a Méndez. Qui si può cogliere un'analogia con la passione di Gesù.
Questa rappresentazione della disabilità è anche però un po’ violenta
perché il protagonista è solo, non ha una famiglia, o meglio la
sua famiglia è il circo. Si deve sottoporre a prove molto dure e umilianti,
faticose anche dal punto di vista fisico (quando ad esempio deve attraversare
il fiume). Il rischio di questa rappresentazione è di far pensare che il
disabile per valere debba essere necessariamente un “vincente”, ovvero fare
qualche cosa di straordinario: questo è il tipico stile “americano”; è invece
più completa una visione della disabilità che valorizza la persona anche quando
è “perdente” o “normale”.
Tu sei prezioso proprio così, ed è così che voglio che mi rappresenti! Io sono esattamente ciò che il Signore nel suo infinito amore e nella sua infinita fantasia ha voluto che io fossi!
RispondiEliminaCiao Giovanna, Beata te che hai avuto la grazia di comprendere e la forza di assumere la volontà e la fantazia di DIO per te.
RispondiEliminaÈ un cammino Stefano, non sempre è facile. Quello che voglio dire, è che non posso rappresentare il Signore in un altra maniera! Il tuo commento mi invita a un compito.
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