mercoledì 27 maggio 2015

Mille fili mi legano qui




Il libro di Silvia Bonino Mille fili mi legano qui. Vivere la malattia. (editrice Laterza Bari 2006) presenta alcune osservazioni interessanti.
L’autrice afferma :
In ogni caso nella malattia come in ogni altra attività umana, cognizione ed emozione, pensiero e affetti, corpo e mente sono inscindibilmente coinvolti, ed è solo per chiarezza di analisi che essi vengono distinti. [...]
Per gli stretti rapporti esistenti tra psiche e corpo, un più elevato adattamento psicologico comporterà anche un migliore adattamento sul piano fisico. In altri termini, chi non rinuncia a vivere e a crescere nonostante la malattia, ha anche maggiori probabilità di stare meglio fisicamente.
Questo non significa che sia sufficiente la forza di volontà per guarire dalla malattia, alla base di questa concezione vi sarebbe un concetto di unità psicosomatica sbagliata: mente e corpo si influenzano a vicenda, ma non si può parlare di un’unità in senso deterministico.
La malattia cronica deve essere curata tenendo conto dell’unità psico-fisica e anche dell’obbiettivo che il paziente ha nella sua vita. Per esempio io faccio logopedia per parlare meglio, per poter dettare ai miei collaboratori, mentre muovere una gamba a me serve meno, perché non è l’obbiettivo della mia vita, mentre potrebbe esserlo per un altro.

2 commenti:

  1. Io penso che ciò che è rimasto intatto in noi, debba essere messo a disposizione per non perderlo come sabbia tra le dita!

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  2. Ciao Giovanna, Hai ragione tu. Essere per gli altri e' il modo migliore per scoprire e mantenere le proprie potenzielità.

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