La parola “handicap” deriva da un’espressione inglese
“mano nel cappello” (hand-in-cap)ed era il nome di un gioco d’azzardo
diffuso nel Seicento. Il termine fu poi usato nelle corse ippiche per indicare
lo svantaggio dato ai cavalli più forti perché anche i più deboli avessero possibilità
di vincere.
Handicap significa quindi “svantaggio”, ma un conto è un
impedimento al più forte, creato per generare uguaglianza, un altro è lo svantaggio
del più debole.
Con la prima Rivoluzione industriale il termine venne
adottato per indicare le persone che non erano adatte, per qualsiasi motivo, a
lavorare nelle industrie. Il termine “handicap” era molto generico, comprendeva
tutte le disabilità fisiche o psichiche che impedivano il lavoro. E’ evidente
che nel primo capitalismo si veniva valutati solo in base a ciò che si
produceva.
Oggi il criterio attraverso cui si valutano le persone è
il consumo e si è scoperto che anche le persone disabili e gli anziani, sono
dei consumatori che hanno bisogno di prodotti speciali spesso tecnologicamente
avanzati.
Da quando certe categorie sono divenute potenziali consumatrici
non vengono più emarginate così
apertamente come in passato, ma sono occultamente sfruttate come tutte le
altre.
Questa interpretazione della persona come potenziale
consumatrice è però riduttiva e non potrà reggere a lungo perché è una delle
cause dell’attuale crisi economica e dei valori. Credere infatti che l’uomo
possa continuare a consumare prodotti sempre nuovi per rispondere a bisogni
indotti, è in realtà un’illusione.
Dal punto di vista filosofico considerare la persona come
una eterna consumatrice, porta prima o poi a vedere l’uomo come oggetto del
consumo e non più come soggetto. In questo anche ogni morale laica rischia di
crollare, perché l’uomo è considerato solo un mezzo e non un fine, come
raccomandava l’imperativo categorico kantiano: "Agisci in modo da trattare
l'umanità, tanto nella tua persona quanto nella persona di ogni altro, sempre
nello stesso tempo come un fine, e mai unicamente come un mezzo." (La
fondazione della metafisica dei costumi, 1785)
Bello questo excursus storico! Un pensiero: la società della libertà di consumare ripesca tutti gli svantaggiati con denari da spendere (disabili, anziani, bambini, mamme incinta...) incitandoli a migliorare (?) la propria condizione con nuovi prodotti. Si acuisce il divario dei poveri. E dei più poveri fra i poveri.
RispondiEliminaciao!