mercoledì 17 dicembre 2014

Lettera di una piaga

Oggi, 17 dicembre, è il compleanno di Papa Francesco, pubblico qui una lettera che gli ho inviato commentando una sua affermazione sulla disabilità.

Bologna, 15 ottobre 2013

Carissimo Santo Padre Francesco,

sono Stefano Toschi, 54 anni, ho la tetraparesi spastica e sono laureato in Filosofia; da più di trent’anni mi dedico meglio che posso all’annuncio della Buona Notizia.
Ho partecipato a molti convegni, anche all’Ufficio catechistico della Cei per la pastorale dei disabili, e ascoltando il Suo discorso ad Assisi il 4 ottobre mi ha colpito l’espressione “piaghe del corpo di Cristo”, riferita a persone disabili. In un primo momento non mi sono tanto riconosciuto in quella espressione, perché... non mi sento una piaga! Nella mia vita ho avuto tante grazie: una famiglia che mi ha aiutato, amici che mi fanno compagnia, e ho avuto la possibilità di fare un cammino di fede in cui hanno molta importanza gli Esercizi di sant’Ignazio. Lo stesso sant’Ignazio è stato un esempio di come si possa trovare Dio proprio in una condizione di infermità. Questa per me è stata una buona notizia che mi ha spinto a impegnarmi nella comunicazione della gioia e della pace di Gesù.
Io credo fermamente nella risurrezione dei corpi; quando ero giovane mi immaginavo di risorgere con il mio corpo risanato, ma poi, meditando sulla risurrezione di Cristo, che avviene con il corpo piagato (almeno le mani, i piedi e il costato), ho compreso che nella risurrezione anche il mio deficit potrà essere trasformato da segno di morte in segno di vita. In questo senso accetto volentieri di essere una piaga per sempre!
RingraziandoLa Le assicuro le mie preghiere e il mio profondo affetto


Stefano Toschi

2 commenti:

  1. Anch'io Stefano, come te, accetto volentieri di essere una piaga, se la mia disabilità da segno di morte diventare un segno di vita! Posso dire che è un bel cammino, ma bello tosto! Ringrazio il Signore che mi ha affidato ad una bella compagnia di amici!

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  2. Cara Giovanna,
    sono d' accordo con te. Per arrivare a capire certe cose bisogna fare un cammino di fede bello tosto come dici tu. Il problema è che per le persone disabili di solito non è previsto che possano e debbano fare questo cammino, perché si pensa che siano già santi che non possono peccare e quindi non abbiano bisogno di progredire nella fede. Io come te ho avuto la fortuna, o la grazia, di incontrare persone che invece mi hanno considerato un cristiano normale, un peccatore che avendo ricevuto il dono della fede lo può coltivare e far fruttare. Buon Anno a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!

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